È maggio
il sole si nasconde -
desiderio di rose.
Buffo, no?
Al lavoro, oggi, fa il suo ingresso in biblioteca una giovanissima studentessa con il suo insegnante d'italiano. La ragazza dagli occhi grandi, belli, scuri ed espressivi, non vuole stare in classe, c'è assemblea e sicuramente chiasso e confusione. Esistono ancora coloro che non lo amano, coloro che preferiscono il silenzio e, incredibile ma vero, la lettura. Per iniziare le due parole di rito sulla biblioteca, mi dice che nel triennio vorrebbe iscriversi al corso di scultura. Bene! Le mostro la sezione della disciplina catalogata ed estraggo dai non molti testi due di loro, quello su Giacometti e quello su Brancusi, di Brancusi, le dico, abbiamo anche alcuni dei suoi scritti e aforismi. La parola - aforismi - le fa venire in mente gli Haiku giapponesi, sì, alcuni siti e forse alcune critiche, per facilitarne la comprensione (a mio parere invece confondono), assimilano gli Haiku agli aforismi, così come noi li conosciamo. Preciso che gli Haiku sono dei veri componimenti poetici, con una loro metrica e regole precise di componimento, mentre un aforisma può essere semplicemente l'affermazione di un pensiero, di una massima, la conclusione di un ragionamento, senza proprie regole metriche. Le fornisco il libro di Brancusi e qualche haiku tratto da internet. Legge e prende appunti, neppure per un attimo vedo un cellulare tra le sue mani. Incredibile! Gli occhi sono davvero belli e intelligenti quando mi racconta qualcosa dei suoi studi precedenti e della scuola media frequentata, dei brevi componimenti poetici di Ungaretti assimilabili agli Haiku; questo si ricorda dall'esame di terza media dello scorso anno. Trovo questi e glieli fornisco
per appoggiare stasera
la mia malinconia
come un cieco
m'hanno portato per mano
di scampanellii
repentina
galleggia un'altra mattina
d'autunno
sugli alberi
le foglie
E poi e poi, mentre loro (alla prima se n'è aggiunta un'altra) continuano ancora per poco, prima di volare via per raggiungere la palestra, a curiosare e leggere tra i libri e i fumetti messi a loro disposizione, mi accorgo che dal titolo del post precedente anch'io potrei ricavare un haiku, o quel che è!
il sole si nasconde -
desiderio di rose.
Buffo, no?
Al lavoro, oggi, fa il suo ingresso in biblioteca una giovanissima studentessa con il suo insegnante d'italiano. La ragazza dagli occhi grandi, belli, scuri ed espressivi, non vuole stare in classe, c'è assemblea e sicuramente chiasso e confusione. Esistono ancora coloro che non lo amano, coloro che preferiscono il silenzio e, incredibile ma vero, la lettura. Per iniziare le due parole di rito sulla biblioteca, mi dice che nel triennio vorrebbe iscriversi al corso di scultura. Bene! Le mostro la sezione della disciplina catalogata ed estraggo dai non molti testi due di loro, quello su Giacometti e quello su Brancusi, di Brancusi, le dico, abbiamo anche alcuni dei suoi scritti e aforismi. La parola - aforismi - le fa venire in mente gli Haiku giapponesi, sì, alcuni siti e forse alcune critiche, per facilitarne la comprensione (a mio parere invece confondono), assimilano gli Haiku agli aforismi, così come noi li conosciamo. Preciso che gli Haiku sono dei veri componimenti poetici, con una loro metrica e regole precise di componimento, mentre un aforisma può essere semplicemente l'affermazione di un pensiero, di una massima, la conclusione di un ragionamento, senza proprie regole metriche. Le fornisco il libro di Brancusi e qualche haiku tratto da internet. Legge e prende appunti, neppure per un attimo vedo un cellulare tra le sue mani. Incredibile! Gli occhi sono davvero belli e intelligenti quando mi racconta qualcosa dei suoi studi precedenti e della scuola media frequentata, dei brevi componimenti poetici di Ungaretti assimilabili agli Haiku; questo si ricorda dall'esame di terza media dello scorso anno. Trovo questi e glieli fornisco
Il sole rapisce la città
Non si vede più
Neanche le tombe resistono molto
Chiuso fra cose mortali
(Anche il cielo stellato finirà)
Perchè bramo Dio?
Balaustrata di brezza
per appoggiare stasera
la mia malinconia
Lontano lontano
come un cieco
m'hanno portato per mano
Su un oceano
di scampanellii
repentina
galleggia un'altra mattina
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie
E poi e poi, mentre loro (alla prima se n'è aggiunta un'altra) continuano ancora per poco, prima di volare via per raggiungere la palestra, a curiosare e leggere tra i libri e i fumetti messi a loro disposizione, mi accorgo che dal titolo del post precedente anch'io potrei ricavare un haiku, o quel che è!
Vincent Van Gogh
Nessun commento:
Posta un commento